L’odore del pane
I Blind Pilot hanno l’odore del pane appena sfornato quell’odore acre che mi pizzica la gola, che si spande nell’aria la mattina presto quando il cielo viene rischiarato dai primi raggi del sole che sta per nascere, quando le strade sono semi-deserte, quando penso di avere tutta una giornata davanti, da scoprire, da assaporare, da vivere. I Blind Pilot sono buoni, soffici, fragranti e freschi, rilasciano spontaneità e semplicità che mi regala serenità e voglia di fare le cose. Aspettavo la loro uscita da tempo perché ero rimasto folgorato dal primo disco, in We are the tide trovo una lieve conversione dalle atmosfere acustiche a quelle più pop, non ho trovato canzoni che mi abbiano colpito più di altre, complessivamente però il disco mi ha lasciato un buon sapore perché i Blind Pilot non hanno perso la voglia di fare musica girando per gli States in bicicletta e questo si respira a pieni polmoni tra le 10 tracce del disco che soffia su di me le sue melodie morbide e leggere. Così è facile per me perdermi nel lato nascosto della luna grazie ad Half moon galleggiando in assenza di gravità sulle note di Always nascondermi tra le dune del Mare della tranquillità e giocare a nascondino con Keep you right saltellando allegramente sull’andamento di We are the tide e a lunghi balzi imbattermi all’improvviso nella sublime visione della terra attraverso i riflessi di The colored night per poi surfare nello spazio sostenuto da I know fino ad approdare su una sabbiosa spiaggia di una sperduta isola dell’Atlantico con White apple ad ammirare le stelle e rimanere li con Just wine a farmi accarezzare dalle onde e dal vento caldo prima di riprendere il viaggio su di una barca dalla vela bianca trasportata dal delicato soffio di Get it out fino ad arrivare ad ammirare la skyline illuminata di New York da Ellis Island con gli occhi dei primi europei arrivati nella terra delle opportunità e sentirmi straniero, in una terra straniera colmo di gioia, di paura e di speranza.