Victoria Bailey ha riassunto in questo titolo tutto ciò di cui abbiamo bisogno unendo suono honky tonk, Patsy Cline, Emmylou Harris, Loretta Lynn e Dolly Parton e trasportando lo spirito del Bakersfield sound della sua nativa California, nel 21 ° secolo grazie a canzoni fuori dagli schemi edulcorati della maggior parte delle cantanti contemporanee nel regno country.
Jesus, Red Wine e Patsy Cline che è uscito il 18 Settembre 2020 è Il suo primo album e contiene nove canzoni, otto originali e una cover. Racconta storie d’amore, di dolore e di viaggi all’inseguimento dei propri sogni, abbracciando le radici più profonde della cultura della musica country. Un disco da assaporare come un genuino moonshine fatto da chitarra, violino e pedal steel sullo sfondo dei paesaggi californiani.
Honky Tonk Woman, è stata la prima canzone scritta per il disco e rappresenta un manifesto programmatico dove ci racconta di come sogni di diventare la cantante country perfetta, in grado di essere la colonna sonora per tutti i momenti importanti della vita.
The Beginning è una canzone d’amore nato su una pista da ballo interamente costruita sull’intreccio di chitarra acustica, elettrica e pedal steel.
Ramblin ‘Man è una ballad adagiata su una languida steel guitar e racconta di sotterfugi e scorciatoie invece di intraprendere la strada dell’onestà.
Spent My Dime on White Wine, è impreziosita dal supporto di un coro gospel sostenuto da un piano Rhodes.
Homegrown Roots è un brano dedicato a Nashville che ammicca ai facili ritornelli tipici di Music City.
La cover è Tennessee per rendere omaggio a Johnny Cash reinterpretandola in perfetta linea con i suoi otto originali.
Outlaw riunisce il twang ed il western swing risultando un grazioso valzer sulle cui note scorre un’armonica a cucirne la melodia.
Skid Row è un chiaro omaggio all’ honky tonk grazie anche al classico pianoforte e al fiddle.
L’album si conclude con Travelin ‘Kind, un monito sulle difficoltà che si possono incontrare avendo una relazione con un musicista che trascorre la maggior parte del tempo in viaggio.
Victoria è stata sempre circondata dalla musica, suo padre era batterista di una rock ‘n’ roll band mentre sua madre ascoltava il folk di Cat Stevens e James Taylor. Dopo aver ottenuto la sua prima chitarra all’età di 12 anni, ha incominciato da subito a scrivere canzoni, un talento che da lì a pochi anni stupì così tanto suo padre che alla fine decise di chiamare i suoi tre migliori amici musicisti chiedendo loro di unirsi a lui e diventare la band di supporto di sua figlia, incominciando ad esibirsi in giro per il Golden State. Suonando in honky tonks e bar ha incominciato piano piano a farsi le ossa imparando il mestiere della musicista country tradizionale. Trascorsi cinque o sei anni era pronta a trasporre la sua straordinaria propensione per i concerti live al debutto con un intero album.
Il country classico cattura e fa sentire le persone a proprio agio, questo disco mi fa sentire proprio così, a casa, al sicuro, a mio completo agio. Un disco splendido che le è valso la copertina di Country People Magazine di Febbraio 2021 e credo un posto nel cuore di tutti noi.