Cast Away
Non so perchè ma quando ascolto qualcosa partorito dalla mente di Mark Oliver Everett ho come la sensazione di rtrovarmi sempre nei panni di un Robinson Crusoe naufrago su di un’isola deserta con tutte le ansie, le paure, le scoperte e le angoscie che questo comporta. Con ogni loro nuova uscita, gli Eels, mi lasciano perennemente spiazzato, è vero che alcune cose si ripetono come un marchio di fabbrica, ma quell’accordo che non mi aspetto, quei vuoti e quei pieni improvvisi mi fanno sentire come se dietro ogni cespuglio, ogni pianta, ogni duna di quell’isola non sapessi mai cosa aspettarmi. Insomma so che forse troverò cose che nella mia mente logicamente mi aspetterei di trovare ma quella sensazione di inaspettato, di ignoto rimane sempre e così, armato del solo machete, non mi resta altro da fare che innoltrarmi nella boscaglia che a volte lascia tutto al buio ed altre invece regala sprazzi di luce accecanti. Sballottato sulla sabbia umida mi ritrovo avvolto nell’atmosfera magica di Bombs away, incalzante tesa, cupa colma di ansie, se non fosse per quei momenti di quiete che lasciano aperta una inconscia speranza mi perderei nella disperazione del momento, ma proprio quegli attimi mi fanno pensare … sono qui… mi troveranno. Kinda Fuzzy è intrigante, incute una curiosità quasi morbosa, è furba ed accattivante se non per quelle inquietanti pause nelle quali la voce di Everett sembra provenire da un punto imprecisato che sono incapace di discernerere se sia dentro o fuori di me. Accident phone è il momento che arriva dopo lo shock iniziale, è una presa di coscienza del mio status e mi vedo sulla sabbia asciutta al sole, ansimante mentre cerco di raccogliere i miei pensieri e di farmi forza, è l’incoscienza del momento che viene l’istante seguente polverizzata dal ritmo martellante di Peach Blossom, è ora di incominciare ad esplorare, ecco la sensazione della macchia che si fa a volte più fitta e più buia, altre lascia spazio a radure assolate che mi infondono il coraggio di proseguire. On the Ropes è dapprima un rumore di un ruscello che proseguendo, diventa concretamente pura acqua di sorgente dalla quale posso dissetarmi a piene mani, purificare il mio corpo e togliermi di dosso il sapore del sale, è acqua dolce, fresca e cristallina. La pace interiore appena conquistata viene presto disattesa dall’arrivo di The Turnaround, languida ballata che mi porta a riprendere coscienza del luogo in cui mi trovo, devo compiere una scelta, quella se abbandonarmi totalmente all’oblio che mi provoca o se continuare ad affrontare nuovamente il cammino alla scoperta dell’isola. Voto per la seconda opzione e New Alphabet mi ritrova divertito a menare fendenti con rabbia e disperazione e nello stesso tempo mi lascia spazi per riprendere fiato e per chiedermi se valga veramente la pena proseguire. Stick together alza i battiti cardiaci, è corsa, è affanno, è un cane che si morde la coda è paura di non approdare a niente… sto per impazzire, corro e grido. Il sole sta calando, sta arrivando la notte, mi sono perso e sono al culmine di un dirupo, mi siedo a contemplare le prime stelle e insieme a queste l’orizzonte che piano piano sta diventando un tutt’uno con il mare. Penso alla mia vita, con True Original, sento riaffiorare dentro di me solo pensieri belli e in questi trovo conforto, la mia vita ora è tutta qui con me, mi commuovo e piango a dirotto. L’oscurità mi ha avvolto completamente, Open my Present è un fuoco che arde, è la speranza che si fa strada nella disperazione è la mia occasione per farmi notare da quella lontana luce tremolante che, tra le tante che scorgo nel cielo, sembra diversa, sembra essere quella di una nave. You’re my friend è un’attesa, l’attesa di essere visto, l’attesa di essere raccolto, è l’attesa che la promessa che porto dentro di me, di cambiare tutte le cose che non vanno nella mia vita, potrà avverarsi. La luce tremolante si fa sempre più vicina e distinta, I Am Building a Shrine mi gonfia il cuore, mi trasforma, mi fa credere di poter essere quello che non sono mai potuto o voluto essere, per mille motivi, e mi regala la salvezza. Mi hanno visto, mi getto a perdifiato giù per il dirupo, i piedi che fanno male, le gambe che tremano, la discesa sembra interminabile, io che urlo finalmente sulla spiaggia, il cuore che batte all’impazzata e finalmente, al minuto 2.10 di Wonderful, Glorious, ecco arrivare la tanto agognata salvezza! Vengo illuminato, trovato, salvato riscaldato, mi viene data una nuova opportunità, la mia vita riprende. Riuscirò a mantenere la promessa o tornerà ad essere tutto come prima? Questo sta a me deciderlo, vivere ogni momento come se fosse l’ultimo, vorrei fosse così… e così sarà. Ora, qui, ne ho la certezza.
Scrivere recensioni? no, non ne sono portato! Trasmettere sensazioni… quello ci provo… spero arrivino! Ancora una volta grazie E… per tutto.
N.B. Le 13 tracce fanno parte del disco ufficiale. Nella versione deluxe è presente un secondo CD con 4 inediti ed 8 tracce live. Vivamente consigliata.