Colonsay è un’isola scozzese con una popolazione di 78 abitanti. Ed Abbiati, nei primi anni 90, vi conobbe un pastore di nome Donald “Pedie” MacNeill per il quale ha lavorato durante il periodo della tosatura delle pecore, ma Pedie non era solo un insegnante o un contadino o un pastore, ma uno che alle orecchie di Ed apparì come un eccezionale cantastorie che nel tempo libero scriveva canzoni e teneva concerti per i restanti 77 abitanti dell’isola. A 20 anni di distanza Ed chiede a Pedie di mettere su disco le sue storie e insieme a Roberto Diana produce questa straordinaria testimonianza musicale, supportato egregiamente dai LOWLANDS. Pedie arriva in Italia insieme a sua figlia Jen MacNeill e in una settimana registrano il disco in una piccola casa rosa vicino a Pavia!
Questa è in breve la storia, il risultato ottenuto è incredibile per quanto il disco sia denso di poesia, emozioni, storie di vita che Pedie ha conservato per pochi intimi nel corso di tutti questi anni ed ora è riuscito a rendere immortali.
Il titolo è significativo: Fathers & sons perchè racchiude il legame tra Ed e LOWLANDS a Pedie, proprio come quello tra un padre e i suoi figli musicali.
Il disco brilla di luce propria, racconta storie di vita quotidiana, sprigiona odore di terra umida e di mare, è come una tela bianca dove ogni accordo, ogni nota, ogni parola aggiunge una pennellata di colore raccontando storie semplici, reali, toccanti. Un disco che, canzone dopo canzone, completa quella tela, alcuni tratti sono più vecchi di altri e allora vedo il verde fondersi col grigio, il blu assumere tutte le sfumature del mare e del cielo e percepisco il silenzio assordante di alcune giornate e il rumore soffuso della natura che è viva; e così che ogni pezzo mi fa immaginare affreschi, foto, paesaggi e storie di quella terra che non ho mai visitato, ma che ora sento mia, che vedo passarmi davanti con i suoi campi, le sue coste, le sue case, la sua gente i suoi odori e colori. Il disco pulsa, è vivo e mi coinvolge totalmente e ad esso, come spesso mi capita di fare, mi abbandono totalmente.
Il lavoro svolto da Ed, Roberto (come produttori) e il resto della band, è meraviglioso. L’immagine che mi viene in mente per descriverlo è quella del vento che sostiene il volo di un aquilone dove Pedie è l’aquilone, libero di alzarsi in volo spargendo poesia eleganza e bellezza su chi lo guarda danzare nell’aria e la band è il vento senza il quale l’aquilone non potrebbe volare così in alto, nello stesso tempo però è forte, sapiente e discreto e riesce a rendere quel volo maestoso. A reggere la matassa infine sono Ed e Roberto che guidano come esperti aquilonisti la vela a compiere straordinarie acrobazie.
Alla fine sono commosso dalle storie di Pedie, dalla sua di storia, dall’atmosfera incontaminata ed inebriante che le sue canzoni sanno emanare, sono commosso dalla grande sensibilità profusa da tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione di questo disco perchè lo hanno reso vivo ed emozionante, vivendolo in prima persona, cogliendo la grande umanità di Donald “Pedie” MacNeille e lasciandoci così un incancellabile segno del suo grande talento.
P.S. grazie a Ed per aver condiviso con me tutto questo!