Ho ritrovato il fanciullino che è in me…
A volte ho bisogno di certezze, un po’ come Linus con la sua coperta e allora mi rifugio, come facevo da piccolo nascondendomi dentro l’armadio dei miei genitori, in suoni, odori e sapori che riescono a ricrearmi quel rifugio protetto e sicuro. L’undicesimo disco dei The Wave Pictures è una di quelle cose che ricrea quell’atmosfera, come il Brandy dall’etichetta nera! Nessuna novità, nessun sussulto ma Beer in the Breakers riesce a ricreare misteriosamente quel bozzolo al cui interno mi sento come se non possa accadermi nulla di male! Il mistero ho scoperto, sta nella varietà musicale proposta da questi ragazzi inglesi, che svaria nel sound dell’ultimo quarto di secolo passato. jazz, blues, garage, folk inglese e sonorità d’oltre oceano dei primi ’80… ma quello che mi fa impazzire sono i tanti assoli che riescono ad infilare dentro i brani , quelli che solitamente mancano in tanti dischi di studio e che invece trovano spazio nei live! ecco… quando penso… qui ci starebbe bene un assolo… beh ecco che arriva!!! una serie di piccoli orgasmi musicali ravvicinati incastrati in ballate, r’n’r e folk songs. Quello che adoro è come raccontano le cose… mi sembra di sentir parlare un bimbo di 5 anni, piccole semplici storie narrate su un tappeto musicale che entra sotto la pelle immediatamente. Le loro canzoni mi suscitano continui flash a volte sento i Doors, a volte i Television, a volte gli Smiths, altre i Belle and Sebastian ma poi li riascolto e cambiano, si mischiano si confondono e poi mi perdo tra scatole di scarpe, cappotti, parrucche, sciarpe e cravatte …e ritorno bambino!