Dallas Moore è un outlaw country singer-songwriter nato a Cincinnati e trasferitosi in Texas, nel 2018 è salito sul palco per un totale di 337 concerti in giro per gli Stati Uniti e la sua media è comunque sempre superiore alle 300 date annuali. Dallas è un animale da palcoscenico, una iconica figura da outlaw, barba lunga, cappello calato in testa e voce roca e profonda con l’honky-tonk che scorre nelle vene e melodie trascinanti da dancefloor. Da 20 anni racconta storie di gente semplice, si diverte e fa divertire. La gente lo ama perché, come la maggior parte dei cantanti country, è uno che viene dalla gente e restituisce alla gente l’affetto che riceve a piene mani. La perdita nell’ultimo anno di entrambi i genitori (a poca distanza l’uno dall’altro), la lontananza da casa dove ad attenderlo ha una moglie e una figlia di due anni, lo hanno portato in questo ultimo album Tryin’ To Be A Blessing a comporre testi più intimi, un disco quasi autobiografico dove ai racconti delle storie di gente comune si sono aggiunte le sue vicende personali. L’album apre con Mama & Daddy un omaggio ai suoi genitori, mentre Everything But You racconta della fatica per l’assenza forzata da casa lontano dalla sua famiglia, nella title track Dallas, trovandosi la domenica mattina a riflettere sul sabato sera di Mr. Honky-tonk, guarda dentro di sé e cerca di essere una benedizione per la vita, l’amore e la religione. L’album è chiuso da Lodi, una cover dei CCR, un gran bella versione ed un bel omaggio all band. Tryin’ To Be A Blessing non delude, è un grande album di musica country e Dallas Moore si conferma ancora di più una leggenda moderna della musica che adoro.