Miller ha incominciato a muovere i primi passi negli anni ’90 durante l’esplosione del grunge, portando la sua Fender Telecaster al servizio di band che hanno formato il suo suono nel corso degli anni, la fiamma dell’honky tonk che si era accesa in lui da bambino era sempre vivida e nel 2005, Miller ha trovato l’ossigeno per alimentarla quando ha incontrato Hank Falconer (un crooner di night club honky tonk di lunga esperienza).
La sua musica è dunque la perfetta fusione di country, honky tonk, western swing e rockabilly. All Night Honky Tonk Man è la riscoperta di un patrimonio musicale mai davvero perduto che ritrova il suo pieno splendore nelle 12 canzoni originali dell’album. La copertina sembra uscita direttamente dagli anni ’50 e non lascia dubbi sulla musica contenuta all’interno. Il disco racconta le visioni di un bimbo di 6 anni cresciuto ascoltando alla radio country AM, Waylon Jennings, Willie Nelson e Hank Jr., guardando Hee Haw alla TV del pomeriggio e che strimpellava su chitarre giocattolo le canzoni di Merle Haggard. Gli anni ’50 sono stati a tutti gli effetti un’epoca felice, la guerra era finita e si doveva ricominciare a ricostruire, si aveva voglia di ballare ma senza dimenticare quanto di brutto era successo pochi anni prima. Il disco è stato registrato durante il lookdown e in alcune canzoni porta i segni e le ferite di questo difficile periodo ma anche se non siamo fuori dalla pandemia, porta nelle canzoni quello stesso messaggio di speranza presente nelle canzoni degli anni ’50, anche noi dovremo ricominciare a costruire sulle macerie, questa volta morali ed economiche ma pur sempre ricostruire. Trovo molte analogie tra i due periodi e ascoltare queste canzoni mi lascia un misto di sensazioni di speranza, di nostalgia e di voglia di ritornare a vivere.
The first thing I wrote about you è il primo brano, un rockabilly uscito da una radio o un jukebox di una puntata di Happy Days. Is Not The Fallin richiama un classico boogie woogie, Honky Tonk Sin col suo fiddle ed il twang della telecaster ci fa respirare boccate di Backersfield Sound. La languida Neon Stars è una grande ballad mentre I Never Missed You è una tipica western song. The Stars Are Talkin’ è puro swing, Haunted Home ci fa conoscere Miller in veste di Crooner per una grande seconda ballad del disco. Heartache Continental è un Ol’ Boppin’ Style diretto discendente dell’Hillbilly Swing. Ancora Western swing in Race With Time con un grande intreccio di pedal steel e Twang. Couldn’t Think Outside the JukeBox ha tutti gli ingredienti per una grande country song e ripropone ancora fiddle e Bakersfield sounds. If the World Ever Starts Again è un titolo appropriato che riassume appieno lo spirito del disco… se il mondo dovesse mai ricominciare vorrei che fosse come raccontato in queste canzoni. Il disco chiude con la title track come era iniziato tra rockabilly e honkytonk.
Direi che oltre ad essere suonato e cantato benissimo, il disco è un omaggio a tutti i generi musicali preferiti da Miller ma anche da tutti noi, un salto nel passato ma anche nel futuro. All Night Honky Tonk Man è un disco che fa stare bene, che fa ballare, che fa pensare, che fa divertire e che ci porta a sperare che il mondo possa davvero ricominciare.