Questa è ancora la musica che ascolto oggi, è la musica con cui sono cresciuto e nonostante tutto quello che ho ascoltato negli anni, questa è la musica su cui torno sempre perché è l’unica a farmi sentire bene!
Gethen Jenkins è originario del West Virginia ma è cresciuto in Alaska. Ha prestato servizio nel corpo dei Marines per otto anni in Iraq. Mentre era impegnato nelle zone di guerra maturò la decisione che, una volta ritornato in patria, avrebbe convertito la sua passione per la musica country in una professione. Rimesso piede sul suolo statunitense, ha scelto di stabilire la sua base operativa in south California.
Gethen non è certamente nuovo sulla scena. Ha sulle spalle più di 1.000 tra concerti e opening-act, ma Western Gold è il suo vero e proprio esordio discografico grazie al quale appone di diritto il suo nome sulla bacheca del movimento dell’outlaw-country.
Jenkins aveva pubblicato un EP nel 2017 intitolato Where The Honky Tonk Belongs, un disco ancora un po’ acerbo ma un degno aperitivo, di ciò che troviamo su Western Gold.
In tanti negli anni hanno decretato più volte la definitiva scomparsa dell’outlaw-country ma per nostra fortuna, ci sono ancora tanti musicisti che, con mia immensa soddisfazione, portano avanti questa musica, costruita principalmente su canzoni sul bere, sulle sconfitte e sul dolore, temi tipici di una società puritana dove commetti un peccato e l’istante dopo ti senti colpevole e cerchi di dimenticare scolando una bottiglia di whiskey. Queste sono le storie nascoste sotto la barba di Gethen, canzoni per anime inquiete che non riescono a trovare pace. Ascoltare la canzone di apertura Bottle in My Hand mi riporta immediatamente il cuore e la mente a Waylon Jennings. in Heartache Time canta ”Non riesco a sentire il mio cuore. Non riesco a trovare la mia mente” mentre in Whiskey Bound dimostra come il whiskey sia una ottima soluzione per scacciare i problemi almeno fino a quando non finiscono gli effetti e tutto torna prepotentemente a galla. In Restless Ways tratta della vita sulla strada. e canta: “Non riesco a trovare la fine dei miei modi irrequieti”.
Western Gold è un grande disco, impreziosito dai bellissimi arrangiamenti e dall’eccellente produzione di Vance Powell, sei volte vincitore del Grammy, conosciuto dai fans dei due generi per aver lavorato come ingegnere del suono nel tour di Chris Stapleton.
Gethen Jenkins ha scritto o co-firmato tutte le canzoni del disco. Chris Powell alla batteria, Leroy Powell allla chitarra, David Gilliard al basso, Michael Webb alla tastiera e Dan Dugmore alla steel, sono un imponente muro sonoro. Western Gold è proprio un gran bel disco, ha quel suono autentico delle radici ed ha legami sia con il sud degli Appalachi, sia con il profondo west. Un album come Western Gold di Gethen Jenkins non è solo uno dei miei album preferiti, ma mi ha fatto scoprire anche uno dei miei artisti preferiti.