Rock on the tracks
Uniti sotto un’unica stella, quella del r’n’r! La parola globalizzazione che fino a qualche anno fa riempiva la bocca di tanti e di troppi ora sembra essere diventata una parola Tabù. Per fortuna il nostro mondo è fatto di note e in questo universo fatato quando la musica è buona ed è rock suonato come dio comanda non si fanno distinzioni di sesso, di razza, di lingua e di nazionalità. I Mojo Filters sono italiani e la cantano e la suonano che è una meraviglia. Chitarre affilate come lame di rasoi, assoli che penetrano nella carne come coltelli e voce che incide come un bisturi… non è una sala operatorie è semplicemente The Readhill Songs. La musica proposta da Mojo Filters si può identificare con la parola Rock nella sua accezzione più ampia, i nostri ripercorrono le strade di una musica che vive e pulsa fin dagli anni ’70, una musica che continua a regalare le stesse emozioni da più di 40 anni. Quello che mi fa veramente incazzare è come questo tipo di musica, non possa trovare un suo spazio in italia, quando in tutto il resto d’europa e del mondo è tra le più apprezzate e ricercate. Mi domando come band come Mojo Filters e Cheap Wine (per fare i primi due nomi che mi vengono in mente) debbano cercare spazio in lande straniere quando “fior fior” di giornalisti collocano band statunitensi, per la maggior parte delle volte di livello inferiore alle nostre, come nuovi astri nascenti del rock. Ma se uno è nato in italia è obbligato per forza a cantare in madre lingua per essere tenuto in considerazione? L’assurdità di vivere in un paese come il nostro rende ciechi su quanto questo disco possa porsi a livelli ben più alti se posto a confronto con più blasonati e super considerati concorrenti d’oltre oceano come Rival Sons.
The Readhill Songs è un grande disco, al suo interno vi sono talmente tanti ingredienti che per coglierli tutti non basterebbe un’intera giornata di ascolto continuo. Porsi davanti a questo disco con l’atteggiamento di chi dice: ecco un altro disco di una band rock italiana che canta in inglese è l’azione più arrogante, saccente e superficiale si possa compiere. Ogni brano è un piccolo gioiello, per la cura e l’attenzione ad ogni minimo particolare, per la scelta degli strumenti e per il giusto equilibrio che porta con sè. L’assolo di The black ship o di Closer to the life non ne sono che un piccolo esempio e poi i fiati di Beautiful June Day, una di quelle songs da ascoltare a nastro per quanta poesia porti racchiusa dentro di se. I mojo Filters ci mettono l’anima e questo si coglie in ogni accordo e in ogni nota del disco, questa musica è la loro vita e riescono nell’impresa più difficile per qualunque gruppo al mondo, quella cioè di riuscire a passare quello che sentono, quell’amore viscerale che provano per la musica, a chiunque li ascolti. The Readhill Songs mi sta regalando emozioni dai sentori ancestrali, senza andare nel passato più remoto ho qui, ora, tra le mie mani un disco che è rock, suona rock e parla di rock a chiunque sia disposto ad ascoltarlo.